Letizia Battaglia, nata a Palermo il 5 marzo 1935, è tra le prime donne fotoreporter italiane.
Nel 1969 inizia a collaborare in qualità di giornalista per il quotidiano L’Ora di Palermo, sperimentando per la prima volta l’utilizzo della macchina fotografica.
Nel 1971 raggiunge il fotografo Santi Caleca a Milano; qui ha l’occasione di fotografare il fermento culturale intorno alla Palazzina Liberty e intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Franca Rame. Fotografa, inoltre, per il settimanale ABC (allora diretto da Ruggero Orlando), il periodico Os e le riviste Le Ore, Homo, Duepiù e Vie Nuove.
Nel 1974 Letizia e Santi ricevono dal giornale L’Ora la proposta di occuparsi dei servizi fotografici e decidono di tornare a Palermo.
Dal 1976 al 1991 Letizia affronta il lavoro del giornale L’Ora affiancata da Franco Zecchin, con il quale fonda il gruppo Informazione Fotografica e il Laboratorio d’IF.
Dagli anni Settanta agli anni Novanta Letizia Battaglia è una delle principali testimoni delle guerre di mafia e fotografa alcuni tra gli episodi più cruenti della storia repubblicana quali omicidi di magistrati, poliziotti e personaggi politici. Contemporaneamente sviluppa una sensibilità fotografica verso le donne, le bambine e i bambini siciliani che vivono in condizioni di miseria e povertà.
Per la sua militanza nell’antimafia, nel 1977 co-fonda il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato insieme a Umberto Santino, Anna Puglisi, Franco Zecchin e altri.
Tra gli anni Settanta e Ottanta frequenta il corso di regia della scuola teatrale Teatés diretta da Michele Perriera e dirige spettacoli e laboratori teatrali all’ospedale psichiatrico di Palermo.
È la prima donna europea a ricevere nel 1985 a New York il W. Eugene Smith Grant per la fotografia sociale, ex aequo con Donna Ferrato.
Nel 1986 Letizia Battaglia sente l’esigenza di dedicarsi alla politica e si candida a Palermo come consigliere comunale nella lista dei Verdi.
Nel 1987 diventa assessore alla Vivibilità Urbana nella giunta di Leoluca Orlando e nel 1991 è deputato regionale con La Rete.
Nel 1992 con l’assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino decide di non volere più fotografare crimini mafiosi.
Letizia Battaglia sperimenta anche il ruolo di editore: nel 1986 fonda il mensile di cultura e politica Grandevu – Grandezze e bassezze della città di Palermo, nel 1991 co-fonda con Simona Mafai e altre donne Mezzocielo – bimestrale pensato e realizzato da sole donne e nel 1992 la casa editrice le Edizioni della battaglia.
Nel 1999 a San Francisco viene premiata con il Mother Jones Photography Lifetime Achievement Award per la fotografia documentaristica.
Nel 2007 riceve il Dr. Erich Salomon Award dalla Deutsche Gesellschaft für Photographie di Colonia.
Nel 2009 viene nuovamente premiata a New York con il Cornell Capa Infinity Award. Viene segnalata per il Nobel per la Pace dal Peace Women Across the Globe ed è l’unica italiana inserita dal New York Times tra le undici donne più rappresentative del 2017. Nel novembre dello stesso anno fonda a Palermo il Centro Internazionale di Fotografia sito ai Cantieri Culturali della Zisa e lo dirige fino alla fine dei suoi giorni.
Nel 2020 Letizia Battaglia realizza un servizio fotografico per Lamborghini in occasione della campagna pubblicitaria With Italy for Italy.
Tra il 2020 e il 2021 racconta la storia della sua vita al suo amico regista Roberto Andò, il quale ne realizza un film in due puntate dal titolo Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa trasmesso in Italia su Rai Uno nel mese di maggio 2022.
Nel 2021 fonda insieme ai nipoti Matteo e Marta Sollima l’Associazione Archivio Letizia Battaglia con l’obiettivo di promuovere e tutelare il suo lavoro.
Letizia Battaglia scompare nella sua casa di Palermo il 13 aprile 2022 circondata dall’affetto dei suoi cari.
La cura del suo archivio è affidata all’Associazione Archivio Letizia Battaglia.